Il potere dei junk foods

Oggi non ho ricette da proporvi nè consigli culinari da darvi. Oggi voglio parlare del cosiddetto “cibo spazzatura” o “junk food”, espressione coniata nel 1972 da Michael F. Jacobson ( fondatore del Centro per le Scienze di Pubblico Interesse). Cerchiamo di evitarli come la peste, perseguendo il sacro obiettivo della alimentazione sana ma diciamocelo, talvolta ci risollevano l’umore come niente e nessuno potrebbe fare. Patatine, bibite, snack. L’abbuffata sembra, in alcuni casi, l’unico modo per riempire un vuoto. E non parlo di fame. I junk foods sono alimenti altamente sofisticati, deprivati di quasi tutte le sostanze nutritive e carichi di grassi e zuccheri. Sono alla portata di tutti per via del basso prezzo cui vengono offerti al pubblico. Il punto è che, in certi momenti, quando le cose non “girano” esattamente come vorremmo, mangiare della cioccolata, ad esempio, può risollevarci il morale. Vuoi mettere la soddisfazione di mangiare le patatine e poi leccarsi le dita????!!!!

Questi alimenti hanno un forte potere di attrazione nei confronti delle persone per diversi motivi: hanno un gusto gradevolissimo (potrebbe essere diversamente con così tanti zuccheri e grassi?), sono alla portata di tutti per accessibilità sia a livello di distribuzione che di costo, si presentano bene. E su quest’ultima caratterista che si concentrano, per lo più, le strategie di marketing volte a far impennare le vendite di questi prodotti. L’aspetto edonistico gioca un ruolo fontamentale sulla psicologia del consumatore: il piacere, sotto ogni aspetto, non è solo irrazionalità. E’ fatto di costanti e variabili e su queste ultime è possibile agire per condizionare le scelte dei consumatori. Alla pari delle altre scienze, il piacere può essere studiato e compreso, con tanto di principi di calcolo tra cibo e piacere evocato. Così come il sesso o altri sistemi di gratificazione prettemante legati all’indole umana, il piacere evocato dal cibo è direttamente collegato ai bisogni primari della persona. Ne consegue che la sua soddisfazione risponde alla necessità di allocare in maniera opportuna le risorse per la sopravvivenza (cibo), razionandole con quelle destinate alla procreazione (sesso). Consci di questi meccanismi, i guru del commercio, facendo leva sull’aspetto edonistico dei prodotti che ci propinano, arrivano dritti al loro obiettivo. Niente di male… se non si trattasse di cibo spazzatura! Una soluzione potrebbe essere quella di evitarlo semplicemnete. Ma ai junk foods si ricorre proprio quando poco ci importa della nostra salute, quando siamo alla ricerca di qualcosa di consolatorio, di immediatamente accessibile, di soddisfacente per le papille gustative. Di qualcosa che invii al cervello una risposta immediata, un premio. E allora potremmo decidere di farli noi questi junk foods! Certo, nei momenti in cui avremmo bisogno di una coccola e la ricerchiamo nel cibo, la voglia di mettersi ai fornelli è poca. E allora prepariamoli prima, nei momenti buoni, e teniamone una buona scorta per risollevarci il morale nei momenti no.

Qualche idea? Taralli dolci al vino bianco, brioche morbide all’acqua, biscotti al limone. Utilizzate farina 0 e di tipo 1, olio EVO anzichè burro, yogurt greco, uova fresche e non esagerate con lo zucchero. E tenete sempre una stecca di cioccolato fondente extra a portata di mano.

E se vi sentite un po’ giù consolatevi con un boccone dolce home made! Ma senza esagerare in ogni caso. Se continuate a sentirvi giù, fate un giro all’aria aperta, prendete il sole e caricatevi di vitamina D. Ancora non va? Gli amici. Chiamate gli amici. Ridete di gusto! Se l’umore ancora non tende a migliorare fate una chiacchierata con una persona esperta e non abbiate paura!


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